In MTB ad oltre 6000mt di altezza
Kilian Bron non è nuovo ad giri in MTB, fuori dall’ordinario: ma questa volta si è superato.
Questo rider, quando non è su una due ruote, è davanti ad un PC, in cerca di nuovi posti da poter percorrere con una delle sue amate MTB.
E non importa che il posto che ha individuato sia il Vulcano Chachani, in Perù, alto più di 6000 mt. Con il suo solito entusiasmo ha studiato per mesi percorso, equipaggiamento ed allenamento per l’impresa.
Per una tale sfida, infatti, nulla è lasciato al caso: ogni singolo dettaglio è studiato ed analizzato.
Più si sale, infatti, più l’ossigeno è rarefatto e pedalare a quelle altitudini non è un’impresa semplice. 10 giorni a circa 3500mt facendo escursioni in MTB hanno permesso di prendere confidenza con l’aria rarefatta.
Anche il meteo ha giocato un ruolo fondamentale, è stato necessario attendere la giornata giusto per compiere l’impresa: neve e vento possono costituire un serio problema.
L’equipaggiamento (ed i pesi) da portarsi dietro non sono da poco:
- 14 Kg di MTB: Intense Tracer
- 15 Kg suddivisi tra tenda, sacco a pelo, cibo, acqua
- 12 Kg di ramponi, guanti e giacca addizionale
- 8 Kg di abbigliamento caldo
Sommati, al peso del rider (75 Kg) sono 124 Kg da portare a 6000 mt di altezza!
La salita è stata divisa in due fasi: la prima fino al campo base a 5200 mt dove hanno trascorso la notte, per poi ripartire, il giorno dopo, alla conquista della meta.
Nella prima fase, la più lunga, ma non troppo complicata Kilian ha cercato di camminare il più lentamente possibile, per controllare il proprio battito cardiaco e valutare il percorso di salita con calma.
Ci sono, infatti, rocce che possono arrivare a 3mt di altezza e prendere la strada sbagliata significa tornare indietro e risalire, con tutto il peso.
Per via dell’altezza ci si stanca facilmente e, appena arrivati al campo base (intorno alle 18) si va subito a dormire, non prima di aver mangiato un piatto di riso.
La sveglia è fissata per mezzanotte, ma non è un grosso problema: a quell’altezza diventa difficile dormire realmente.
Fortunatamente la notte non è stata fredda, con temperature che vanno dagli 0 ai -4 °C e, lasciata parte dell’equipaggiamento per la notte, si riparte alleggeriti per affrontare la parte più impegnativa.
A 5800 mt inizia a subentrare la stanchezza: controllare la respirazione, i propri passi, la bici che viene tenuta a mano, mentre nell’altra si afferra la fune della via ferrata, il freddo e l’altitudine.
E qui che subentra la resistenza mentale che fa la differenza: invece di mollare o lasciarsi scoraggiare Kilian si è concentrato sulla meta e al fatto che mancavano circa 30 minuti alla cima.
Ad accoglierlo, in cima, una temperatura di -15 °C ed una vista impareggiabile.
Ma non ci si ferma: qualche foto di rito, un cambio abbigliamento e via verso la discesa.
Stranamente questa è pedalabile fin dai 6075 mt, su un letto di neve delizioso
Video
Now loading...