Una targa alle biciclette per identificare i ciclisti indisciplinati

Una targa per rendere identificabili le bici, ma soprattutto i ciclisti che non rispettano il codice della strada. La proposta non arriva da un automobilista arrabbiato, ma dalla consigliera 5stelle di Torino, Monica Amore durante la presentazione del piano operativo sulla sicurezza stradale della Città.

“Ci vuole una targa o comunque uno strumento di riconoscimento e identificazione sulle bici che circolano per le strade – spiega la consigliera – Questo perché ci sono alcuni ciclisti che hanno un comportamento scorretto, io parlo di ciclismo selvaggio che può causare incidenti e danni sia ai pedoni che agli automobilisti, ma anche agli stessi biker”.

Una proposta la sua che scatena la reazione indignata, e piuttosto allarmata, degli altri 5stelle – da sempre vicini al mondo delle bici e della cosiddetta mobilità dolce – come Federico Mensio che, già durante la commissione, rimbrotta la collega.

“Francamente non ne capisco le motivazioni per il semplice fatto che oltre la targa dovresti istituire anche un registro dei mezzi, con tutto quello che ne consegue, altrimenti non avrebbe efficacia -ragiona il consigliere – D’altro canto un qualsiasi utente della strada, colto il fatto, è sanzionabile e poi sarebbe necessario proporre una modifica al codice della strada”.

Perché le bici abbiano la targa infatti andrebbe modificato lo status che hanno attualmente nel codice della strada, ma strumenti di identificazione potrebbero invece essere richiesti a livello comunale: “Uno strumento di riconoscimento deve esserci proprio per tutelare i ciclisti” ribadisce Amore.

Da Daniela Albano a Damiano Carretto, sono tanti però gli esponenti della maggioranza che non condividono la proposta di Amore che sembra costretta a condurre una battaglia solitaria.

“Purtroppo se non ci sono piste ciclabili idonee all’uso andare in bici può essere un pericolo per gli stessi ciclisti e gli altri – dice ancora – Anche perché va detto che tanta gente guida le automobili in maniera non rispettosa e questo crea ulteriori problemi”.

Mensio però boccia queste posizioni: “Penso che piuttosto sia necessario agire sulla corretta informazione degli utenti e fargli capire l’importanza, anche grazie alle associazioni, dell’uso ad esempio delle luci davanti e dietro, dei catadiottri e degli altri strumenti. Ovvero tutto ciò che è previsto dal codice della strada già oggi”.